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Conclusione su Risorto o scomparso?

Nessuna persona umana riuscirebbe a sopportare la vista, in questo mondo, di un’altra persona con caratteristiche divine o sovrumane. La sua coscienza si sentirebbe talmente schiacciata da non poter più pren­dere delle decisioni libere e responsabili, le quali richiedono un certo margine di rischio e di insicurezza.

Immediatamente infatti scatterebbe il meccanismo della delega (in bianco). E, anche in questo caso, si preferirebbe non avere un rapporto diretto con la divinoumanità, poiché ci si sentirebbe continuamente giu­dicati a causa delle proprie debolezze.

Non è forse questa la ragione per cui gli ebrei si costruirono un dio assolutamente inaccessibile e i greci molte divinità con i difetti degli uo­mini?

Ecco perché qualunque cosa il Cristo abbia detto o fatto che lascias­se anche minimamente presagire che in lui potesse esistere qualcosa di «sovrumano» o di «soprannaturale» o di «extraterreno», va assoluta­mente considerato come un’invenzione della primitiva comunità cristia­na. Qualunque cosa egli abbia fatto o detto rientra necessariamente nel­le possibilità umane.

La presunta «divinità» del Cristo è soltanto il frutto di una speculazio­ne astratta fatta a-posteriori, che la chiesa ha elaborato nel momento stesso in cui ha cominciato a tradire il vangelo originario del Cristo, che di religioso non aveva nulla.

L’unico, vago, indizio che possa far pensare a qualcosa di «strano» o di «particolare», non facilmente comprensibile (ma quante cose «uma­ne» sono incomprensibili!), lo si può riscontrare nella Sindone, cioè in quel lenzuolo piegato che Pietro e Giovanni trovarono nella tomba vuo­ta.

La formazione chimico-fisica di quell’immagine resta ancora un miste­ro, in quanto nessun essere umano sperimenta, al momento della mor­te, un’esplosione di luce, cioè una sua totale trasformazione in energia, benché questo processo della materia non ci sia affatto ignoto.

L’uomo è in grado di trasformare la materia a lui esterna in energia, e può fare anche il processo inverso; ma non è in grado di trasformare to­talmente se stesso in energia, senza morire, né è in grado di tornare in­tegralmente in vita, col proprio corpo, dopo essersi trasformato in ener­gia, affinché si possa dire che «l’esperimento è riuscito».