Il seguito della storia

image_pdfimage_print

Vero Fazio, Il seguito della storia (Giacomo e Roberto Segre tra breccia di Porta Pia e Grande Guerra), Prefazione di Roberto Calimani, Salomone Belforte editore, Livorno, 2021, pagine 265.

Saggio storico-biografico ben documentato, bibliografia di circa un centinaio di testi. L’illustrazione di copertina inganna sul senso storico del libro. Infatti il motivo per cui tale testo ha un interesse che va ben oltre la letteratura specialistica militare è che Giacomo Segre comandò la batteria che, demolendo le mura papaline, permise il noto assalto dei bersaglieri presso Porta Pia il XX settembre 1870. Invece si mette in copertina un illustrazione relativa alla I guerra mondiale poiché suo figlio Roberto fu generale durante la Grande Guerra. Manca poi anche l’Indice dei Nomi.

La questione storica di tipo razzistico-confessionale è la seguente: Giacomo Segre fu incaricato di comandare la prima cannonata contro la città del papa in quanto ebreo, e quindi già condannato e scomunicato destinato all’Inferno secondo la dottrina cattolica, oppure per pura coincidenza? L’Autore conclude per la seconda ipotesi definendo un “falso storico” la prima ipotesi. Ma chi conosce la Storia del Risorgimento italiano ha qualche motivo di dubbio in base a vari fatti storici:

  • l’ultima lettera di Vittorio Emanuele II a Pio IX, piena di mielosi ossequi di matrice cattolica è tale da rendere credibile un ordine non scritto volto ad mitigare l’onta per la dinastia Savoia di aver preso a cannonate la Roma papale. Comunque il re fu scomunicato lo stesso e quando morì dovette accontentarsi per l’Estrema unzione di un semplice frate, subito processato in Vaticano!
  • il generale Bixio, citato nel libro anche per una sua frase anticlericale (“i cardinali erano tutti da gettarsi nel Tevere”) fu destinato a comandare la divisione che doveva minacciare Roma dalla parte del Vaticano. Coincidenza casuale? Bixio era già scomunicato per la sua nota miscredenza e quindi si era sicuri che non avrebbe tradito
  • Carlo Cattaneo, noto agnostico mazziniano, attacca in un suo libro di memorie relativo alle 5 Giornate di Milano i generali sabaudi, definiti troppo pii e religiosi quasi “sacrestani”. Per cautelarsi da tali militari, irretitibili da spaventose minacce infernali, furono quindi forse scelti militari su cui tali minacce non potevano avere alcun effetto (vedi Carlo Cattaneo, L’Insurrezione di Milano, Feltrinelli, 2011, p.144)

Pierino Marazzani, ottobre 2022

image_pdfimage_print

Lascia un commento

Translate »